On her shoulders
di Alexandria Bombach (USA, 2018, 94 min)
Venerdì 16 novembre, ore 21.00
La vita della 23enne Nadia Murad, premio Nobel per la Pace 2018, è una vertiginosa schiera di imprese estenuanti: dal testimoniare di fronte alle Nazioni Uniti, alla visita nei campi profughi, dalle interviste con i media agli incontri con i rappresentanti dei governi. Con precisione formale ed eleganza, che si sposano con il comportamento inflessibile e la calma di Nadia, ma anche con profonda compassione, la filmmaker Alexandria Bombach ha seguito questa giovane e volenterosa donna, che è sopravvissuta al genocidio degli Yazidi nel nord dell’Iraq ed è sfuggita alle mani dell’ISIS, diventando un faro di speranza per il suo popolo, anche quando lei desidererebbe mettere da parte questo fardello e avere semplicemente una vita normale.
“The Migrumpies”
di Arman T. Riahi (Austria, 2017, 98 min)
Benny e Marko, sono due ragazzi viennesi con il cosiddetto “background migratorio”, ma sono talmente integrati da non essere percepiti come stranieri. Trovatisi di fronte all’ambiziosa regista Weizenhuber, che sta cercando protagonisti per il suo documentario televisivo sui sobborghi multietnici della città di Rudolfsgrund, si costruiscono una seconda identità infarcita di cliché e pregiudizi: fingono di essere piccoli criminali, immigrati dalla testa dura, con un’inclinazione alla furbizia. E mentre questi cliché soddisfano le aspettative dello show, rendendolo un successo, Benny e Marko si trovano davanti a vere storie di immigrazione, comprese le loro, che nulla hanno a che fare con questi stereotipi. “The Migrumpies” è una commedia politicamente scorretta sui cliché contemporanei, sulle false identità e sui “veri” stranieri… qualsiasi cosa voglia dire!
“Color Burst”
di Mario Saretta (Brasile, 2016, 70 min)
Domenica 18 novembre, ore 21.30
Un tocco di colore rimane in quelli che passano per il workshop creativo dell’istituto “San Pedro” che a Porto Alegre accoglie persone con problemi di salute mentale, un tempo ospedale psichiatrico. Sulle mani, sui vestiti, sul rubinetto, alcuni schizzi di colore sul pavimento. Nello spazio dove si svolge il workshop, il colore di muri contrasta con il con il colore delle altre pareti dell’ospedale, un edificio centenario. “Color Burst” è un incontro con i colori ma, soprattutto, con la diversità, che non può essere registrata nelle schede dei pazienti. Piccoli eventi che fuggono dagli schemi tradizionale. Un film sull’arte, sulla follia e sulla libertà, che nasce dagli ospiti e dagli operatori professionali di questa struttura.
Foto: Buenos Aires, di Pablo Gonzalez, tratta da Flickr in CC.